lunedì 9 dicembre 2013

MASTER TARTUFO A SAN MINIATO E UNA VELLUTATA DI VERZE CON MUGGINE E TARTUFO BIANCO


San Miniato non ha bisogno di presentazioni, oltre ad essere un'affascinante cittadina con palazzi storici bellissimi, è nota nel modo per essere una fra le più importanti zone  di provenienza del TUBER MAGNATUM PICO ovvero il pregiato tartufo bianco!
 
Si è da poco conclusa l'annuale  fiera internazione del tartufo bianco  che vede arrivare da ogni parte d'Italia e dall'estero appassionati e curiosi del costosissimo fungo.
 
Fra le varie attività che si sono svolte nell'arco di tre weekend consecutivi ovvero 9-10 16-17 e 23-24 novembre e  successivamente, si è tenuto anche un Master Tartufo, martedì 3 dicembre, alla Fondazione del Conservatorio di Santa Chiara, a San Miniato, riservato agli istituti alberghieri toscani ma anche ad operatori turistici e professionisti del settore enogastronomico. 
 
 
E' stata una giornata fantastica, interessantissima ed intensa di didattica e divertimento.
Innanzitutto la conferenza dell'ineccepibile prof. Amedeo Alpi dell'Università di Agraria di Pisa, oratore dotto e brillante, poi  l'intervento del suo bravissimo collaboratore e ricercatore Dr. Federico  Vita  e del presidente dell'Associazione tartufai delle colline sanminiatesi , l'esperto Salvatore  Cucchiara con la supervisione dell'assessore al Commercio, Turismo ed Agricoltura di San Miniato Giacomo Gozzini.
 
Ho imparato innanzitutto che il tartufo appartiene al regno dei FUNGHI, ipogei per l'esattezza, non è un tubero come si potrebbe erroneamente pensare, ma è del genere TUBER (questo forse crea confusione) e senza entrare in dettagli troppo tecnici e terminologie scientifiche difficilissime, molto sinteticamente, altre nozioni acquisite riguardano le piante dalle cui radici i tartufi traggono nutrimento come alcune varietà di QUERCIA e  i PIOPPI, l'importanza del terreno e delle condizioni metereologiche, gli esperimenti di tartuficoltura e gli studi sulle proteine, sui composti volatili e sul metabolismo del calcio, non ultimo un accenno alle frodi esistenti purtroppo!!
 
E dopo tutta 'sta pappardella introduttiva, scherzo, è stata impegnativa ma veramente ben condotta e, ripeto, interessantissima, Cucchiara ci ha fatto vedere, toccare e annusare una bella pepita e ci ha spiegato alcuni trucchi per riconoscere un tartufo di buona qualità anche se difficilmente un venditore ti lascia maneggiare, ispezionare e sfregare il tartufo per assaporare tutto l'aroma e saggiarne la bontà né tanto meno sezionarlo per evidenziare la fittezza della venatura e il colore della polpa interna, segni di buona maturazione!
 
 
 
 
Ma il bello doveva ancora arrivare.....dopo tre ore di teoria, la pratica....tutti a caccia di tartufo nei boschi intorno a San Miniato, con il figlio del presidente Cucchiara, Massimo e il suo vivacissimo cane Pepe, nome omen!!
 

 



 

Pepe ne ha scovati 3 in meno di un'ora!! Noi eravamo eccitatissimi dei risultati e divertiti dalle capriole e dai salti di quel cane felice di aver fatto il suo dovere e di aver accontentato il suo padrone col quale ovviamente c'è un rapporto incredibile e Massimo ci tiene molto a sfatare false dicerie che sostengono che i cani vengano maltrattanti durante l'addestramento anzi, Pepe è coccolato come un bimbo!! E si vede dalla sua incontenibile esuberanza.
 
NB: Massimo Cucchiara organizza master tartufo con dimostrazione della ricerca del tartufo nei boschi con il suo cane, tutto l'anno, perché se la stagione del bianco volge al termine, poi arriva il marzolino e poi ancora l'estivo e poi si ricomincia....per info: ASSOCIAZIONE SANMINIATESE TARTUFAI
 
 
 
Pranzetto veloce ma gustoso da Papaveri e Papere e poi via di nuovo a scuola dove ad attenderci c'era il sommo Ernesto Gentili, uno dei massimi esperti italiani in materia vino, per una lezione sugli abbinamenti vino e tartufo, con degustazione tecnica nel suo efficace stile sintetico, senza fronzoli, di 6 vini, 3 langaroli e 3 san miniatesi, tra cui uno strepitoso MAURLEO 2004 di Pietro Beconcini (sangiovese e malvasia nera) che mi sono precipitata a comperare in seguito, in un'enoteca del centro, anche se mi sono dovuta accontentare del 2010. Dopo la degustazione, ci divertiamo sugli abbinamenti con due piatti preparati da Stefano Pinciaroli del ristorante Ps di Cerreto Guidi e  Paolo Fiaschi di Papaveri e Papere, San Miniato
 
 
 
 
 
Prima di rientrare, ho fatto un giretto per il centro e non ho saputo resistere al richiamo del profumo del magnatum pico che varcava la soglia di un negozietto di delizie. Annuso, analizzo e acquisto esibendo tutta la conoscenza appena acquisita e me ne torno verso casa con un bel tartufetto di 30 grammi, crepi la miseria, così si sarebbe divertito pure mio marito la sera stessa e ne avremmo avuto anche per il giorno successivo perché già sulla via del ritorno, i neuroni si erano messi in moto, il tartufo si sarebbe sposato coi miei pesciacci!!
 
Dopo il canonico uovo serale, per il giorno post-master, il muggine era il primo candidato a cui avevo pensato e muggine è stato.  Avevo delle verze in casa, perfette sul tartufo perché come mi insegna l'amico aromatiere Donato Creti, cavoli, verze, broccoli sprigionano in cottura molecole solforate, prima fra tutte il Methyl Disulfide che si trova anche nel profilo aromatico del tartufo. Non ultimo l'aglio, la cui essenza è fatta per il 90% di molecole solforate...nessun dubbio dunque...non ho la più pallida idea delle componenti molecolari del muggine ma vado d'istinto......suona un'eresia MUGGINE E TARTUFO, lo so ma a me è piaciuto tanto e mi sono divertita molto nel provocatorio abbinamento tra RICCHI E POVERI!!!
 
VELLUTATA DI VERZE CON  MUGGINE E TARTUFO BIANCO DI SAN MINIATO
 

Ingredienti per 2 persone
 
200 g di cavolo verza, possibilmente le foglie più interne
1 spicchio medio d'aglio rosa
1 cucchiaio di colatura di alici
olio evo qb
acqua, poco sale
14-16 g di tartufo bianco di San Miniato *
1 muggine o cefalo Gaggia d'oro, da 500-600 g
 
* normalmente 7-8 g a persona vengono considerati una buona dose
 
Stufare l'aglio con un cucchiaio d'olio e un po' d'acqua in modo che si ammorbidisca rilasciando tutto l'aroma senza rosolare, aggiungere le foglie di verza lavate e tagliate a listarelle, far insaporire e cuocere con poca acqua finchè saranno morbide. Aggiungere la colatura di alici e frullare il tutto, allungando ancora con altra acqua se necessario fino ad ottenere una consistenza piuttosto fluida.
 
Pulire il muggine, cuocerlo a vapore per ca 10 minuti, sporzionarlo, salare poco, disporre le polpe ottenute sopra alla vellutata calda, irrorare con un filo d'olio evo a crudo e una grattata di tartufo bianco a lamelle sottili. E' importante servire il piatto ben caldo in modo da permettere al tartufo di sprigionare tutto il suo aroma.
 
 
 
 


 

4 commenti:

  1. Wow, l'adorato cefalo si è vestito a gran festa...;)
    ps devo confessarti che la spiegazione circa le molecole solforate mi ha lasciato di stucco...mia beata :( ignoranza..ciao

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  2. Anch' io rimpiango di non aver avuto l‘occasione di scambiare due parole con te.Eravamo in troppi e c‘era troppa confusione dovuta all' entusiasmo.
    Per quanto riguarda il tuo piatto è una favola, abbiamo assolutamente la stessa concezione sulla cucina di pesce. Anche a me, come a te, mi piace scovare abbinamenti insoliti che però esaltino il pesce senza ammazzarlo e che siano semplici. Questa frema di verza con il pesce e il tartufo è assolutamente perfetta!
    un bacione :)

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  3. Scusa l‘italiano. sono sul cell e ho scritto di getto

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  4. Quanto mi piace quando azzardi! Mi hai incuriosita, come sempre del resto!

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